Discussioni:San Donaci (Brìndisi)
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San Donàci
canciaSiamo quelli di San Donàci pijamu l'erba e lassamu li spinaci!: è la canzoncina “senza metrica” cantata dal nostro gruppo di tifosi dell'US Lecce...ormai non più identificativa di un paese ma di un gruppo di amici e di un periodo pazzo e spensierato della loro vita.
San Donaci
canciaYouTube - Cellino San Marco, il paese di ALBANO
forza cellinu e san donaci ma lizzanu e meju ...
Sandonaci
cancialeccesearoma..nu bogghiu difendu lu ereminkione ma va lieggite nu pikka te storia..ca santupietru, turchiarulu, sandonaci, sanpancraziu e cilinu eranu provincia te lecce prima ca brindisi ni li strappasse..quindi cu lecce centra eccomu..te pare brindisinu lu nostru dialettu??? e cmq se dice sanpietranu none sanpietrino :D...ti saluto :)
Interessante notare, sempre all'interno, la presenza di acque stagnanti di cui si è pressoché perduta la memoria. Dalle aree a nord di San Pietro Galatino (Galatina), fino al territorio meridionale di Cellino San Marco, si allungavano gli specchi de "Le Palude", acque chiuse in depressioni, temute per le infezioni malariche. Altre paludi sono visibili in una zona al centro di un cerchio ideale, segnato dai paesi di Francauilla, Neuiano, Culpazzo, Sourrano, Sanaria, centri abitati facilmente traducibli nelle denominazioni attuali. Taviano aveva uno specchio isolato. Considerevoli invece gli acquitrini e le paludi sulla costa adriatica di fronte a Lecce: sette sotto le sabbie del litorale, uno interno (e di dimensioni notevoli), un altro più a nord, tra San Pietro Vernotico e Torre Rinalda. Gli altri erano nel territorio di Taranto e a sud delle colline di Ostuni.
Cospicui i territori forestati: che anzi, proprio dalla presenza di fitti boschi prendevano il nome, com'è il caso de "La Macchia", sopra Craparica (attuale Caprarica), de "Il Bosco", tra Sandonaci, Guagnano e San Brancatio (San Pancrazio, Salentino dei nostri giorni). Boschi anche dietro lo zoccolo delle colline di Matino, fino al territorio di San Demetrio (un'ormai dispersa, piccola colonia albanese); e altri boschi oltre l'Arneo, fino a San Giuliano; nell'interna Torre Santa Susanna: grandi macchie verdi destinate a cadere per la caccia ai briganti, per le indiscriminate distruzioni che si ebbero quando si strappò anche un solo fazzoletto di terra per la poverissima agricoltura di Terra d'Otranto.
http://www.bpp.it/apulia/html/archivio/1976/II/art/R76II009.html