Ciao Bold Italic. Grazie per il tuo contribbuto, sicuramente interessante. Volevo prendere spunto da qualche tuo pensiero per dare alcune mie opinioni:

1. La "lingua colta" (come la chiami tu) a cui dovremmo fare riferimento quando scriviamo in siciliano è proprio il siciliano degli autori classici (Meli, Martoglio, Tempio, etc.). Io non so se in Calabria (regione che adoro e dove è nato mio padre) ci sono stati degli scrittori che hanno scritto in calabrese (mi piacerebbe saperlo) e che rappresentano quello che per l'italiano rappresentò Dante; in Sicilia questo è accaduto: abbiamo dei punti di riferimento certi, ai quali si sono ispirati e si continuano a ispirare, anche in mancanza di siciliano-standard-scolastico (pirchì non si nzigna...), tutti gli scrittori e i poeti siciliani.

2. Il problema delle doppie B, G e Z: non credo che abbiamo fatto questa scelta (cioè di scrivere sempre la doppia consonante), che forse non è neanche definitiva, per differenziarci dall'italiano; il siciliano è già abbastanza differente dall'italiano, non sarà questo a differenziarlo ulteriormente! Anzi è proprio il retroterra culturale legato alla lingua italiana (in cui non sempre le B, G e Z sono doppie) che ci porta a questa scelta che vuole rappresentare una sorta di fedeltà al suono reale. Comunque hai dato un buono spunto per riparlarne: io non sono chiusa a questo aspetto; daltronde non scriverle doppie ha anche i suoi lati positivi: potrebbe essere una forma di semplificazione e di risparmio.

3. Sul discorso della R aspirata (io direi "retroflessa" o "cacuminale") io propendo per la ipotesi pre-indoeuropea.

4. Il Siciliano parlato in Calabria e nel Salento? E' lo stesso problema del Catalano e del Valenziano! E' bruttissimo dire che nella Calabria Meridionale si parla il siciliano, si parlerà piuttosto il calabrese; però purtroppo lo dicono la maggior parte dei linguisti; e, in effetti, dal punto di vista linguistico la Calabria è divisa in due, così come la Puglia, per cui non si può parlare di calabrese, caso mai di calabrese centro-meridionale e calabrese settentrionale. Ma che senso avrebbe definire con lo stesso tèrmine ("calabrese") due lingue completamente diverse (quello meridionale e quello settentrionale)?!? Per tale ragione la maggior parte dei linguisti tende a definire siciliano (una variante del siciliano, per la precisione) anche il calabrese centro-meridionale. Dal punto di vista linguistico è corretto dare lo stesso nome alle parlate della Calabria meridionale e a quelle della Sicilia; dal punto di vista "politico" forse sarebbe meglio inventarsi un tèrmine nuovo che non sia nè "siciliano", né "calabrese", così non si offenderebbe la sensibilità e il giusto senso di appartenenza regionale di nessuno. E' un pò quello che è successo con il gruppo linguistico che include, a parte il calabro-siciliano, anche il salentino: molti linguisti lo definiscono "meridionale estremo". Non so di che parte della Calabria tu sia, però ti posso assicurare che quando vado nella provincia di Reggio sento parlare come nella parte nord-orientale di Sicilia; questa parlata chiamiamola come vogliamo ma è la stessa che possiamo trovare nei classici siciliani (e la adoro: per certi versi è il vero siciliano, nulla a che vedere, per esempio, con il dialetto palermitano, lontano mille miglia dalla lingua colta siciliana). Io sono una degli amministratori di questa wikipedia: già da tempo avevo in mente di coinvolgere i nostri fratelli della Calabria meridionale in questo progetto. Non so se prima del mio arrivo c'è stato qualche contatto; il tuo intervento potrebbe accelerare lo sviluppo di questa idea. Sinceramente, tu che ne pensi? (ma prima dimmi se parli calabrese meridionale o settentrionale, sennò faremmo un pasticcio... anche se la "e" finale che usi quando scrivi "calabrise" mi fa pensare che non sei della provincia di Reggio...). Concretamente mi piacerebbe mettere una nota nella pagina principale relativa al calabrese meridionale, mi piacerebbe spiegare che chiamare lingua siciliana quella usata qui è una convenzione linguistica e non ha nulla a che vedere con la politica e con la geografia, che alcuni linguisti la chiamano "calabro-siciliano", etc. etc. La lingua è cultura ed avere la stessa lingua è avere la stessa cultura; noi, siciliani e calabresi centromeridionali, ma anche salentini, corsi meridionali e gadduresi, fratelli nella lingua e nella cultura, cerchiamo di avvicinarci sempre più: so che è utopia, però sarei felice se un giorno tutti questi popoli potessero dire di parlare una sola lingua che non si chiami né siciliano, né calabrese, nè salentino, né corso suttanaccio, né gaddurese; ma, fondamentalmente, è la stessa.

Salutamu.

--Giusi 03:18, 28 Giugnettu 2005 (UTC)