"Mstislav Rostropovich" : Diffirenzi ntrê virsioni

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[[File:Mstislav Rostropovich 1978.jpg|thumb|left|Rostropovich cû sò viuluncellu]]
Già picciriddu mustrau na granni prupinsioni pâ [[musica]]. A [[Mosca]] vinciu lu [[premiu Stalin]], ma appi probblemi quannu dicisi di aiutari la dissidenza pulitica suviètica. Si n'appi aggh'iri ê [[Stati Uniti]] pi na vintina d'anni. Cèlibbri fu lu cuncertu chi sunau a [[Birlinu]] quannu lu muru tummau.
 
Morto in un ospedale di Mosca, a ottant'anni, dopo una lunga malattia. Considerato il più grande violoncellista della nostra epoca, l'artista che, dopo il leggendario Pablo Casals, ha saputo al meglio esprimere le qualità e le potenzialità del suo strumento, meno considerato di altri, è stato anche un celebre direttore d'orchestra e un compositore. Ed è ricordato anche come uno dei più strenui oppositori del regime sovietico, amico dello scrittore Alezander Solzhenitsyn, che ospitò a casa sua per quattro anni, e del compositore Dimitri Shostakovic, che fu anche suo maestro e gli dedicò alcune composizioni. Il grande pubblico, poi, quello digiuno di musica classica, lo ricorda come l'artista che l'11 novembre 1989 suonò davanti al muro di Berlino che crollava, gesto nobile e sentito, memorabile, per festeggiare la fine della guerra fredda.
 
Rostropovich ottenne già da giovanissimo un grande successo nel suo Paese e all'estero, e inizialmente il regime sovietico ne andava fiero, e gli aveva tributato molti onori. Nel 1950 era stato insignito del Premio Stalin, all'epoca la massima onorificenza dell'Unione Sovietica, e nel 1956 era diventato primo violoncello all'orchestra di stato dell'Urss e professore di violoncello al conservatorio di Mosca.
 
Ma non gli perdonò le critiche, e soprattutto l'amicizia verso Solzhenitsyn: "In Russia avevo tanti amici - raccontò una volta Rostropovich - Quando in Occidente fu pubblicata la mia lettera a favore di Solzhenitsyn, questi amici, quasi tutti, incontrandomi, voltavano la faccia e guardavano i muri, studiando meticolosamente il colore dell'intonaco".
 
In seguito ai fortissimi contrasti con le autorità sovietiche nel 1974 il violoncellista venne esiliato e successivamente privato della cittadinanza russa. Si trasferì con la moglie negli Stati Uniti, divenne cittadino americano e nel 1977 direttore della National Symphony Orchestra di Washington. "Mi cacciarono - dichiarò recentemente il musicista - io non avrei mai abbandonato per mia volontà il mio Paese". Il regime sovietico non lo perdonò mai, tant'è vero che il grande violoncellista potè tornare in patria solo nel 1991, all'indomani del crollo del regime sovietico. Vi tornò poi diverse volte non solo per tenere concerti, ma anche come ambasciatore dell'Unesco, per aiutare i bambini del suo Paese. Recentemente ha promosso una campagna di vaccinazioni contro l'epatite B, diretta a tre milioni di bambini.
 
Il 27 marzo, in occasione del suo ultimo compleanno, tutta la Russia, a cominciare dal presidente Vladimir Putin, gli rese finalmente omaggio: "Lei è famoso in tutto il mondo non soltanto per essere un brillante solista e un eminente conduttore ma anche come leale difensore dei diritti umani e un intransigente combattente per gli ideali democratici", ha detto il capo del Cremlino in una nota diffusa in quell'occasione. In onore di Rostropoviche è stato anche tenuto un ricevimento con 500 invitati, atto definitivo di riconciliazione delle autorità russe con il maestro. Oggi il presidente russo Putin ha commentato con queste parole la morte di Rostropovich: "E' una perdita terribile per la cultura russa".
 
Nato il 27 marzo 1927 in Russia, a Baku, nell'Azerbaijan, figlio e nipote di violoncellisti, Rostropovich scopre il suo talento musicale a soli quattro anni. Durante l'adolescenza entra nel Conservatorio di Mosca, dove studia con pianoforte, violoncello e direzione d'orchestra. Il suo primo concerto ha luogo quando lui ha appena quindici anni. Da lì comincia una carriera costellata da grandi successi, e memorabili esecuzioni. Nel 1955 Rostropovich sposa il primo soprano del teatro Bolshoi di Mosca, Galina Visnevskaja. Da allora, ha spesso accompagnato la moglie al pianoforte, creando un raffinato ensemble musicale. Le due figlie, Olga e Helen, sono entrambe musiciste.
 
Dopo la National Symphony Orchestra di Washington, ha diretto molte altre importanti orchestre, e suonato nelle maggiori sale da concerto del mondo. Ha diretto anche numerose opere liriche, tra le quali Lady Macbeth nel distretto di Minsk, l'opera censurata del suo amico Shostakovic.
 
Rostropovich è stato anche direttore e fondatore di molti festival musicali. Negli ultimi anni, a causa dell'età avanzata e della malattia, aveva smesso l'attività di violoncellista, dedicandosi solo alla direzione d'orchestra.
 
(27 aprile 2007)
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