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bandiera della lingua siciliana standard


versione siciliana english version






LINGUA SICILIANA STANDARD
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una grammatica «in corso» della lingua siciliana.










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per strada a Palermo (6/2008)





Mi chiamo Micheli Scalisi.

Sono un siciliano davvero appassionato della lingua siciliana. È una bella lingua che in questi giorni sta soffrendo molto per l'influenza italiana e per una mancanza di una forma standard. È per questo motivo che l'ho voluta creare questa pagina, per farvi conoscere le mie idee per una lingua siciliana standard.

Attenzione che a volte scrivo delle parole poco conosciute. Queste sono parole vere siciliane che vengono usate solamente in alcune zone, o che sono state ormai sostituite da parole italiane. Quindi, se non conoscete qualche parola qui scritto, vi prego di andare a cercarla nel Quaderno di parole.





Lingua siciliana

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     di l'articolo Lingua siciliana

« Idioma gentil sonante e puro, e che ... Sicilia fu la madre Della lingua volgar cotanto in prezzo »


Il siciliano è una lingua parlata sull'isola di Sicilia e nell'estremità meridionale dell'Italia, cioè nel Salento e nella Calabria centro-meridionale. Il siciliano fa parte della famiglia delle lingue romanze. E Ethnologue e tanti altri filologi descrivono il siciliano come «abbastanza distinto dall'italiano standard da potersi considerare un idioma separato».

Il siciliano oggi viene parlato da circa 5.000.000 di persone sull'isola siciliana, più quelli che lo parlano in Puglia nel Salento e nella Calabria centro-meridionale, dove è la madrelingua del popolo, anche se là ogni tanto viene chiamato «lingua calabro-sicula». Poi ci sono anche quelli che sono emigrati, ed i suoi discendenti, che lo parlano e stanno fuori ne: l'Usa, la Canada, l'Australia, l'Argentina, il Belgio, la Germania e la Francia meridionale.

La lingua siciliana si deve ritenere una «lingua regionale o minoritaria» ai sensi della Carta, che all'Articolo I dice che per «lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue ... diverse dalla(e) lingua(e) ufficiale(i) di detto Stato». La Carta fu approvata il 25 giugno 1992 ed è entrata in applicazione il 1 marzo 1998. L'Italia ha firmato tale Carta il 27 giugno 2000 però non l'ha ancora ratificata.


Quaderno di parole

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Il Quaderno, una bella fonte di informazione sulla lingua siciliana unificata, è un quaderno ampio di parole siciliane, e comprende per ogni parola le parti del discorso, le pronunce, le definizioni, e gli etimi quando conosciuti.

Se avete consigli per parole nuove, o consigli di cambiamenti per le parole già esistenti, scrivetemeli nella pagina di discussione del Quaderno. Mi farebbe piacere.

E semmai incontrate una parola che non conoscete, andate a cercarla nel Quaderno.


Quaderno di parole
A - B - C - D - E - F - G - H - I - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - Z


Grammatica della lingua siciliana unificata

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Alfabeto e pronunce

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L'alfabeto siciliano ha 21 lettere, cioè le seguenti:


A | B | C | D | E | F | G | H | I | L | M | N | O | P | Q | R | S | T | U | V | Z


Alfabeto siciliano
Lettera Nome Pronuncia Esempio italiano Example in English Lettera Nome Pronuncia Esempio italiano Example in English
Aa a /a/ padre father Oo o /ɔ/ parola ball
Bb bi /b/ babbo boy Pp pi /p/ parte part
Cc ci 1 Qq cu /kw/ quando queen
Dd di /d/ Dio dog Rr erra 4
Ee e /ɛ/ sette bed Ss essa /s/ sole sun
Ff effa /f/ fino fine /ʃ/ pesce fish5
Gg ghi /ɣ/2 Tt ti /t/ paterno paternal
Hh acca 3 Uu u /u/ ugola food
Ii i /i/ fino feet Vv vu /w/ uomo work
Ll ela /l/ labbra lip Zz zeta /ts/ pizza rats
Mm emma /m/ madre mother /dz/ zero beds
Nn enna /n/ nulla none




Vocali

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La vocale (latino "vōcālis", il far voce, il parlare) nella fonetica è un fono che ha come realizzazione prevalente un vocoide. Dal punto di vista articolotorio, una vocale è un suono prodotto mediante la vibrazione delle corde vocali e senza frapporre ulteriori ostacoli al flusso dell'aria così fatto risuonare. Le diverse vocali si ottengono modificando il risuonatore, e quindi con una maggiore o minore apertura della bocca, con o senza protrusione delle labbra, con o senza passaggio dell'aria dalle fosse nasali, e con la lingua posta più o meno in avanti nella cavità orale.

Nella lingua siciliana unificata ci sono cinque vocali: a, e, i, o, u. Queste vocali hanno un suono lungo ed uno breve, secondo il luogo in cui si trovano nella parola.


Le vocali toniche sono quelle lunghe.


Le vocali atone sono quelle brevi.


Nota sulle vocali

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Quanto alle vocali atone, un aspetto importantissimo della lingua siciliana è l'esistenza delle vocali mobili. Le vocali mobili nel siciliano sono la "e" e la "o", perché queste, quando non ricevono l'accento, si cambiano in un'altra vocale, soprattutto "i", "u" od "a". L'etimo di questo fenomeno è ancora da scoprire, ma si possono fare delle ipotesi.


La "e" atona nella lingua siciliana unificata non esiste. Questa "e" o se ne cade o si cambia in un'altra vocale, soprattutto nell' "i" o nell' "a".

        es.: pézzu > pizzúddu

La "o" atona nella lingua siciliana unificata non esiste. Questa "o" o se ne cade o si cambia in un'altra vocale, soprattutto nell' "u" o nell' "a".

        es.: sóru > surúdda


Dittonghi

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Il dittongo (greco διφθογγος, "díphthongos", con due suoni) nella fonetica è una combinazione di due vocoidi costituito da un rapido spostamento da un vocoide ad un altro, spesso interpretato da chi ascolta come una vocale unica, cioè un singolo fonema vocalico. Mentre i vocoidi semplici o monottonghi sono descritti come foni statici, i dittonghi presuppongono uno spostamento della lingua.

I monottonghi sono rappresentati nell'IPA da un simbolo unico, per esempio le due a dell'italiano pasta /'pasta/. Un dittongo può essere considerato una vocale lunga la cui articolazione non è stabile ma dinamica. Per esempio, in inglese grass /ˈgɹɑːs/ ha un suono stabile e prolungato mentre invece same /ˈseɪm/ ha un suono modulato. Questo viene considerato un dittongo e trascritto con due simboli, il primo dei quali rappresenta la posizione di partenza del dorso della lingua ed il secondo quella d'arrivo. Da notare che non tutti i fonetisti sono d'accordo su quale sia la posizione di partenza e d'arrivo di un dittongo.

Nella lingua siciliana unificata ci sono due tipi di dittongo:


I discendenti, che cominciano da una vocale di più importanza (tono più alto, o più forte), e che terminano in una semivocale di meno importanza, tipo /ai/ di "ai".


Gli ascendenti, che cominciano da una semivocale di meno importanza e che terminano in una vocale di più importanza, tipo /ja/ di "giallo".


Lo iato, (latino "hiatus", apertura) nella fonetica è un fenomeno linguistico che consiste nel dividere tra due sillabe due vocali (o meglio: due vocoidi) che altrimenti farebbero parte della stessa sillaba.

Nella lingua siciliana unificata ci sono infatti quattro tipi di iato, che sono messi in due gruppi. Dovrete accorgervi che qualcuno di questi nessi nella lingua siciliana non si trova, e ve l'ho dimostrati solo per vostra informazione.


Il primo gruppo contiene i nessi che ricevono l'accento o sulla prima vocale o su né l'una né l'altra.


Il secondo gruppo contiene i nessi che ricevono l'accento sulla seconda vocale.


Consonanti

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Pronunce particolari

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Le pronunce particolari nella fonetica siciliana sono lettere o nessi che hanno una pronuncia diversa da quella della lettera corrispondente nelle altre lingue romanze. Certe pronunce non si trovano affatto nelle altre lingue romanze, altre si trovano nei vari dialetti e parlate di queste lingue. Le pronunce particolari descritte nella pagina di sopra, sono dd, dr, g, h, ng, nt, rr, str e tr.


Consonanti doppie

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Le consonanti doppie nella lingua siciliana unificata sono moltissime.

All'inizio di parola queste consonanti doppie di solito non vengono scritte, però all'interno di parole vengono scritte doppie secondo le sue pronunce. Le pronunce di queste consonanti doppie sono di solito come quelle delle consonanti singole, ma con un suono più lungo. Però, com'è spesso con le regole, qui ci sono anche alcune eccezioni.

La prima eccezione è la lettera r che, quando doppia, non ha il suono di un' "r" doppia, ma invece ha il suono di "zhe" della lingua russa, quanto avete letto sopra. L'altra eccezione è la lettera d. Questa però quando doppia può avere due suoni: (1) il suono della d singola, ma con un suono più lungo; e (2) il suono dell'occlusiva retroflessa sonora, come descritta sopra. Per sapere qual'è l'uno o l'altro, vi giova impararli a memoria.

Le consonanti doppie sono davvero importanti nella lingua siciliana unificata, e in certi casi, l'unica differenza tra due parole potrebbe essere una consonante o una consonante doppia. Per questo è importante che pronunciate correttamente questi suoni, altrimenti sbagliate una parola per un'altra, creando della confusione.


Digrammi

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Il digramma (greco δισ e γραμμα, due cose scritte ο disegnate) nella lingua siciliana unificata è un fonema scritto con due carattere, oppure una serie di fonemi che non corrisponde ai valori normali delle due carattere unite. Il suono è spesso, ma non sempre, uno che non può scriversi con una lettera sola. Di solito il termine "digramma" si conserva per i grafimi, dei quali la pronuncia è sempre o quasi sempre lo stesso.

I digrammi, descritti nella pagina di sopra, sono ch davanti e, i; ci davanti a, o, u; dd; gh davanti e, i; gn; ng; rr; e sc davanti e, i.


Trigrammi

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Il trigramma (greco τρεις e γραμμα, tre cose scritte o disegnate) nella lingua siciliana unificata è un gruppo di tre lettere utilizzate per rappresentare un suono solo o una combinazione di suoni che non corrispondono alle lettere scritte unite. Per esempio, "sci" nella parola "Sciacca", sono tre lettere ed il suono che risulta è solo /ʃ/. Questo è un trigramma.

I trigrammi, descritti nella pagina di sopra, sono sci e cci davanti a, o, e u.


Parole forti

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Le parole forti nella lingua siciliana unificata sono parole che sono abbastanza forti da far mutare la pronuncia della lettera iniziale della parola seguente. Di queste parole ce ne sono molte, ma sono soprattutto le parole di una sillaba o con una desinenza troncata. Tra le parole forti, descritte nella pagina di sopra, sono, e, a, di, cu, ma, pi, chi, ed ecc.


Assimilazione delle consonanti

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L’ assimilazione delle consonanti nella lingua siciliana unificata è un termine usato per descrivere la qualità di due, o più, consonanti di ridursi in una consonante doppia dello stesso valore consonantico. L'assimilazione è davvero diffusa ed una caratteristica importante ed unica della lingua siciliana unificata.

L'assimilazione delle consonanti che accade all'interno di una parola viene scritta così, perciò non può esserci nessuna confusione con rispetto alla pronuncia. Però, questo fenomeno accade anche tra due parole, quando la lettera finale della parola precedente e la lettere iniziale della parola seguente vengono assimilate. Questo tipo di assimilazione non viene scritto, e per questo il lettore deve essere capace di riconoscerla e di pronunciarla correttamente.

È anche importante stare attento di questa regola quando considerando la sicilianizzazione delle parole stranieri, perché anche le parole stranieri devono adattarsi alla lingua siciliana unificata e devono rispettare le sue regole fonetiche.

I nessi che si assimilano, descritti nella pagina di sopra, sono nv, nd, mb, e nb, che si cambiano in mm, nn, mm, e mm.


Accenti & Sillabe

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Accenti

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L' accento (latino accentum) nella fonetica è la forza relativa che viene messo su certe sillabe di una parola.

È molto importante il concetto dell'accento, perché la vocale di una sillaba che porta l'accento si pronuncia in modo più formato rispetto agli altri, le quali sono meno formate, come potete leggere qui. È molto importante questo concetto anche perché nel siciliano ci sono le vocali mobili, che sono vocali che si cambiano quando perdono questo accento.

Si chiama lessicale l'accento siciliano, come quello spagnolo e italiano, perché il posto dell'accento non viene stabilito secondo qualche regola, e invece può cambiare fra una parola e un'altra. Questo, allora, fa che si deve imparare a memoria il posto dell'accento, eccetto i casi in cui fosse chiaro per mezzo di un accento grafico.

Non si scrive l'accento quando cade sulla sillaba prima dell'ultima, questo perché l'accento ci cade nella maggioranza delle parole:

parrari - pa|rrá|ri

Si scrive l'accento poi in tutti gli altri casi, usando sempre l'accento acuto:

taléfunanu - ta|lé|fu|na|nu

múzzicu - mút|tsi|cu

accussí - ac|cus|sí

Accorgetevi che l'accento di solito non si scrive sulle parole monosillabe, questo perché c'è solo una sillaba su cui mettere la forza. Però ci sono certi casi in cui l'accento viene scritto a modo di distinguere una parola da un'altra, le quali senza l'accento grafico sembrerebbero identiche:

si (it. si; Eng. yes)

sí (it. sei; Eng. you are)


Sillabe

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Sostantivi

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E' finito il tempo, però ci sto lavorando ancora...